
Il complesso delle manifestazioni cliniche associate allo sviluppo di un’affezione prostatica viene definito con il termine “sindrome prostatica” e data la posizione anatomica di quest’organo, un suo aumento di volume comporta una molteplicità di sintomi: urinari, digestivi e di ordine locomotorio.
Il cane presenta dolore o difficoltà alla minzione con tracce di sangue nelle urine.
Inoltre, l’aumento di volume della ghiandola comporta uno schiacciamento del retto con conseguente costipazione.
L’animale è quindi riluttante al movimento o si muove con gli arti posteriori molto allargati a causa del dolore a causa della compressione esercitata dall’organo sia sull’apparato gastroenterico sia urinario.
Parimenti all’uomo sopra i 50 anni, anche i cani sopra i 5 anni sviluppano nella quasi totalità dei casi l’ipertrofia prostatica benigna, spesso sottostimata.
Il problema è causato dall’azione del testosterone che, attivato dall’enzima 5a-reduttasi in diidrotestosterone, causa iperplasia delle cellule acinose della ghiandola.
Gli estrogeni hanno il ruolo di aumentare il numero di recettori per il diidrotestosterone, concorrendo anch’essi all’ipertrofia prostatica.
A meno di sovrainfezione batterica, non è presente ipertermia o leucocitosi, mentre è di comune riscontro il gocciolamento di liquido sanguinolento dal prepuzio, esacerbato dalla presenza di femmine in calore.
La seconda patologia prostatica in ordine di frequenza è la prostatite batterica, spesso complicanza dell’iperplasia prostatica.
Si presenta con ipertermia, forte dolore, anoressia e deambulazione difficoltosa nella forma acuta, mentre nella forma cronica i sintomi sono molto attenuati.
La metaplasia squamosa prostatica è una patologia dovuta alla presenza di elevate concentrazioni di estrogeni per cause iatrogene o per la presenza di un sertolioma.
Si osservano numerose cellule squamose nel fluido prostatico, associate spesso a cisti e ascessi.
Le cisti prostatiche sono date da ostruzione per calcoli o metaplasia. Se le cisti sono piccole, regrediscono in seguito a terapia medica; se superiori a un centimetro di diametro in genere si preferisce intervenire chirurgicamente.
Le neoplasie prostatiche insorgono raramente; le più frequenti sono gli adenocarcinomi, che colpiscono lo 0,3% dei maschi sopra i 10 anni di età.
Danno metastasi ai linfonodi iliaci, ai corpi vertebrali e ai polmoni. In genere la prostatectomia risulta tardiva e le chemioterapie non danno molte soddisfazioni.
La diagnosi e il trattamento delle affezioni prostatiche quindi deve essere rapida al fine di ottenere una prognosi favorevole.