Il TAR boccia il calendario venatorio in Calabria: sospesa la preapertura della caccia

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    calendario venatorio Foto di Maxim Potkin on Unsplash
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    Con decreto n. 516/2021 del 27 agosto 2021, il Presidente del TAR Calabria, Giancarlo Pennetti, ha sospeso il calendario venatorio della Regione Calabria per la stagione 2021-22.

    La sospensione in seguito al ricorso presentato da diverse associazioni ambientaliste: Legambiente Calabria, LNDC Animal Protection, Lipu Calabria e WWF Calabria (Avvocati Angelo Calzone e Domenico Sorace).

    Sospensione del calendario venatorio per tortora e quaglia

    La sospensione riguarda l’apertura anticipata della caccia alle specie tortora selvatica e quaglia, che il calendario venatorio aveva fissato rispettivamente per le giornate del primo e del 4 settembre e dell’11 e del 12 dello stesso mese.

    L’apertura della caccia al 19 settembre per le specie rimarrà sospesa fino all’udienza camerale del 22 settembre.

    Le associazioni chiedono a questo punto che la Regione provveda tempestivamente a comunicare a tutti i soggetti interessati le variazioni sopraggiunte in seguito al decreto.

    Per entrambe le specie, tortora e quaglia, il Tribunale amministrativo ha ritenuto sussistente il pericolo del danno arrecato da un’apertura anticipata della caccia, tenuto conto del parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

    Lo stesso Istituto, tenuto per legge a esprimere pareri tecnico-scientifici in materia di attività venatoria, con nota del 15 giugno 2021, aveva anzi chiesto alla Regione la sospensione totale della caccia alla tortora (moratoria indicata dallo stesso Ministero della Transizione Ecologica a tutte le regioni con nota del 22 marzo scorso).

    Questo a causa del precario stato di conservazione della specie, mentre per la quaglia era stata contestata l’apertura di settembre, prevista invece dal calendario venatorio calabrese.

    Risparmiare gli animali scampati agli incendi

    Le associazioni ambientaliste “criticano duramente il pervicace atteggiamento decisamente filovenatorio della Regione Calabria che, nonostante le numerose diffide trasmesse dalle associazioni a partire dal mese di aprile, fino all’istanza di revoca in autotutela del 24 agosto, nella quale si chiedeva una modifica del calendario venatorio, in linea con quanto fatto da altre regioni, non ha esitato a condannare a morte migliaia di animali scampati agli incendi devastanti delle scorse settimane.”, riferisce la Lega Nazionale per la Difesa del Cane.

    “Aprendo addirittura in anticipo la caccia, proprio nelle stesse giornate in cui veniva invocato l’intervento dello Stato per il ‘disastro ambientale’ che ha colpito la regione.”

    Un provvedimento, quello della preapertura, che non è stato adottato neppure da regioni con una consistenza di cacciatori ben superiore a quella della Calabria, come ad esempio la Toscana.

    Ancora una volta, secondo la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, “la Calabria non ha tenuto conto di tutte le osservazioni critiche dell’ISPRA, racchiuse in sei pagine fitte di contestazioni riguardanti soprattutto le date di apertura e chiusura per quasi tutte le specie e le inadempienze degli stessi uffici regionali.

    In definitiva, contesta la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, “non vengono forniti i dati sugli abbattimenti per come prevede la legge, non si tiene conto di tutti gli animali, soprattutto piccoli ancora nel nido o inetti al volo, finiti carbonizzati negli incendi e la nostra solerte Regione cosa fa? Anziché posticipare l’apertura o sospendere la caccia, per come previsto dall’articolo 19 della Legge 157/92 in caso ‘di particolari condizioni climatiche o calamità’, vuole aprire in anticipo a specie in pericolo e fino a febbraio, come regalo finale.”

    Continua su Lega Nazionale per la Difesa del Cane

     

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