Pubblicate nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana le Disposizioni di attuazione del Regolamento (UE) 2016/429 in materia di commercio, importazione, conservazione di animali della fauna selvatica ed esotica.
Le disposizioni riguardano anche la formazione per operatori e professionisti degli animali, e l’introduzione di norme penali sul commercio illegale di specie protette.
Il Regolamento (UE) 2016/249, oltre alla gestione delle malattie degli animali allevati a fini zootecnici, si riferisce anche a tutti gli animali terrestri.
Quindi compresi gli animali da compagnia, selvatici ed esotici tenuti in cattività, e potenzialmente in grado di diffondere malattie animali e zoonotiche.
La sua attuazione in Italia significherà, oltre a una maggiore tutela della salute pubblica, la difesa della vita e del benessere di animali non certo destinati a vivere in casa e che spesso soffrono la cattività.
L’Italia quinta in Europa per le disposizioni sugli animali selvatici
L’Italia è il quinto Paese europeo ad aver recepito le nuove disposizioni europee sugli animali selvatici.
Prima l’hanno fatto Belgio, Cipro, Lussemburgo e Olanda.
Una normativa che secondo l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) finalmente tutelerà maggiormente le specie selvatiche e la salute pubblica.
E contrasterà il commercio di operatori di pochi scrupoli “che vivono sulla pelle di mammiferi, uccelli, pesci e rettili strappati al loro habitat o allevati e costretti a una vita di cattività e spesso di abusi.”
“Si tratta di un testo, i cui dettagli sono appena stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, in linea con la recente introduzione in Costituzione della tutela degli animali e della biodiversità.
Ringraziamo il ministro alla Salute, Roberto Speranza, e i parlamentari che hanno lavorato a questo fondamentale provvedimento“, commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
“Tenere in casa serpenti, grandi felini, scorpioni, tartarughe alloctone, ragni velenosi e pipistrelli, acquistati legalmente o illegalmente, negli anni ha inoltre determinato, a causa di liberazioni o fughe, l’introduzione nei nostri territori di specie cosiddette ‘invasive aliene’ che poi si cerca di eradicare.
Sappiamo che questo è un provvedimento molto contrastato dagli operatori di un certo comparto economico, ma stavolta hanno vinto il benessere e l’etica“, conclude Comparotto nel comunicato Oipa.