
Secondo uno studio dell’Università di Siena e dell’Università di Pavia condotto nel Parco nazionale dell’Abruzzo, il camoscio appenninico è a rischio di estinzione nel giro dei prossimi 50 anni a causa del riscaldamento globale.
Come riporta Ansa, dagli anni Settanta l’aumento delle temperature primaverili (ben 2°C) nell’area di studio, nel cuore dell’areale storico del camoscio nel Parco Nazionale d’Abruzzo ha anticipato di quasi un mese l’inizio della stagione vegetativa nelle praterie d’altitudine più basse, comprese tra 1700 e 2000 metri, e fortemente ridotto la vegetazione pascolabile dal camoscio, influenzando negativamente la sopravvivenza invernale dei piccoli.
Quindi, in base a loro simulazioni sulle temperature primaverili future e sulla presenza di adeguate risorse alimentari essi “prevedono una mortalità invernale dei piccoli di camoscio dal 28 al 95 per cento fino, quindi, alla quasi estinzione entro il 2070 nel nucleo del suo areale storico nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise“.
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