Rapporto uomo-animale a fine vita umana: la normativa italiana

Uomo-animale: una relazione speciale e reciprocamente benefica, quando gestita con cura e rispetto per entrambe le parti.

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A cura di: Dott.ssa Paola Fossati

rapporto uomo animale
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Il valore positivo del rapporto uomo-animale è ormai noto e riconosciuto, a livello sociale e anche scientifico. Questa realtà sta incontrando una progressiva attenzione anche da parte del legislatore.

Ne sono dimostrazione i diversi provvedimenti normativi, nazionali, regionali e locali, che tendono a favorire la presenza degli animali nei contesti urbani e nei luoghi in cui si svolgono le attività e, più in generale, si compie la vita dei cittadini.

In tempi recenti, hanno suscitato molto interesse le norme che “aprono” agli animali l’ingresso nei luoghi di cura e assistenza. Ambienti nei quali l’interazione uomo-animale, gestita e controllata in condizioni di sicurezza, può essere valorizzata in termini di benessere e di salute per le persone che vi sono ospitate.

Gli animali e la loro presenza negli ospedali

La presenza di animali in case di riposo e ospedali (strutture sanitarie e socio-sanitarie) è prevalentemente regolamentata dalle Leggi regionali in materia di animali d’affezione o dai relativi Regolamenti di attuazione e, dove esistenti, anche dai Regolamenti comunali.

In linea generale, in tali norme si prevede che le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate possono consentire l’accesso degli animali, stabilendo limiti e condizioni, per garantire il rispetto di requisiti di tutela igienico-sanitaria ed evitare rischi anche di altra natura (i cani dovranno essere assicurati al guinzaglio, gatti e conigli alloggiati nei trasportini; la pulizia e la buona salute degli animali dovranno essere garantite scrupolosamente, così come gli adempi- menti relativi alla loro identificazione).

Altri segnali depongono a favore di un incremento delle opportunità di accreditare la considerazione degli animali come componenti della società umana, dal punto di vista pratico e legislativo.

Uno di questi è connesso alla diffusione della richiesta di inserire gli animali familiari tra i propri eredi diretti, così da poter fare testamento in loro favore.

Allo stato attuale, nell’ordinamento italiano ciò non è possibile, perché gli animali sono considerati oggetti e, in quanto tali, non è riconosciuta loro la “capacità giuridica” di ricevere un’eredità; quindi un testamento che li vedesse nominati come beneficiari non sarebbe valido.

Esiste, comunque, una via per garantire un sostegno a favore dei propri animali nelle fasi successive alla propria morte.

La legge, infatti, non vieta di nominare come erede una persona di fiducia, inserendo nel testamento il vincolo che questa provveda, con l’eredità, ad accudire l’animale designato, per tutta la durata della sua vita, assicurandone il benessere. Con apposita clausola, sarà possibile specificare le modalità di assolvimento di tale obbligo, in conformità alle ultime volontà del testatore.

Qualora, invece, non si volesse avvantaggiare del lascito uno specifico animale, ma si pensasse di fare testamento a beneficio degli animali più in generale, si potrebbe nominare come erede un’associazione animalista, destinando il patrimonio alle attività di cura/salvaguardia degli animali che la stessa persegue.

Sepoltura e la (non) fine del rapporto uomo-animale

Il riferimento è alle nuove regole che riguardano la sepoltura degli animali e che saranno inserite nella legislazione che, a livello territoriale, disciplina le attività funerarie e cimiteriali.

In Regione Lombardia, è stato reso possibile seppellire l’animale domestico nella stessa tomba del proprietario, purché in urne separate e senza apporre fotografie dell’animale sulla lapide. Una scelta innovativa, proposta come sublimazione di un distacco, che per alcuni corrisponde alla perdita di un frammento della propria storia affettiva e personale.

In linea di principio, il modo in cui ci si occupa dei morti è indicativo del livello di civiltà di una società e dei suoi valori.

In questa prospettiva, scegliere di riservare la compassione che si ha per i congiunti “umani” anche agli esseri viventi non umani, con i quali si è condiviso il percorso della propria vita, ha un grande significato culturale. Cogliendo questo valore sociale, la nuova legge lombarda lo ha trasformato in un diritto.

Uno sforzo riconducibile all’esigenza di dare infinitezza alla relazione uomo-animale, accordando a chi lo desidera un luogo in cui “mantenere il contatto” intimo ed emozionale.

Per alcuni, può bastare il ricordo che rimane nella mente e nel cuore.

Ma se, per altri, seppellire con sé la morte del proprio animale può dare un sollievo, bene ha fatto il legislatore della Lombardia a rendere disponibile lo strumento che lo consente.

FONTE: La Settimana Veterinaria

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