Il “pollo” da compagnia: una realtà anche in Italia?

Nell’ormai vastissimo universo degli animali non convenzionali c’è sempre spazio per le novità: la detenzione dei galliformi da compagnia è sicuramente una di queste!

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Il pollo (o la gallina) da compagnia è una delle mode del momento, che sta dilagando in maniera piuttosto massiccia sia in Europa che negli States.

L’Italia, sebbene leggermente in ritardo rispetto ai nostri vicini, raccoglie comunque le passioni e le esperienze che la circondano e perciò, da qualche anno a questa parte, sempre più spesso capita di vedere il pollo come animale da compagnia.

Per capire meglio quale sia la situazione attuale nel nostro Paese, la rivista La Settimana Veterinaria intervistato Diego Cattarossi, medico veterinario esperto in animali non convenzionali e appassionato di volatili, accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici.

La Settimana Veterinaria: Sempre più spesso si sente parlare di “pollo da compagnia” e capita, ormai con una certa frequenza, di ammirare sui social immagini una gallina. Cosa ci può dire in merito?

Diego Cattarossi: La convivenza tra l’essere umano e il pollo affonda le sue radici nella notte dei tempi, una sinergia dalla quale entrambi hanno tratto vantaggio. Un tempo era concepito solo come specie produttrice di alimenti e, in alcune realtà, come animale da combattimento, ma oggi la visione sta cambiando. Quella del pollo da compagnia è una moda che proviene, con tutta probabilità, dalla Francia, ma che sta prendendo prepotentemente piede anche nel nostro Paese.

SV: Quindi possiamo parlare di casi sporadici o di una vera e propria tendenza?

DC: Secondo me, e non solo, si tratta di un vero e proprio trend in aumento, soprattutto tra i giovani. Lo abbiamo visto prima con il coniglio, poi con il maialino, successivamente con i piccoli ruminanti, adesso è il momento del pollo, di colonizzare le case degli italiani.

Questa specie offre diversi vantaggi come animale da compagnia in quanto è intelligente, di piccola taglia e facile da gestire. Inoltre questi volatili possono essere considerati anche all’interno di un ciclo “ecologico” di trasformazione: possono mangiare gli scarti della tavola, le loro deiezioni sono un ottimo concime (la pollina) e, nel caso della gallina, producono anche uova deliziose… se uniamo tutto questo al concetto di animale da compagnia, abbiamo una specie a triplice o quadruplice “attitudine”.

SV: In quale momento, di preciso, il pollo (o la gallina) sono diventati animali da compagnia?

DC: Anche nei tempi addietro, quando ancora non esisteva l’idea della gallina pet, oltre ai classici broiler e ovaiola, esistevano le cosiddette linee “ fancy ”, ovvero quelle selezionate per la bellezza. Un po’ quello che è successo, ad esempio, per i canarini da “forma e posizione”, per i quali non vi era interesse come soggetti da compagnia, ma erano parte di una competizione indirizzata a standard di bellezza.

Questi galliformi erano allevati in gabbia e avevano un contatto più diretto con l’essere umano, quindi erano più docili e da lì è stato facile, direi addirittura “fisiologico”, passare al soggetto da compagnia, in quanto già predisposto caratterialmente. Oggi vedo persone che tengono il pollo in casa e lo portano con sé in ferie, magari spostandosi in camper o roulotte, e mi capita di continuo di fare certificati di buona salute per il viaggio.

SV: Quindi i soggetti da compagnia non derivano dalle più comuni razze “da pollaio”?

DC: Per lo più derivano da razze ornamentali che, come ho già detto, sono per loro natura più facilmente gestibili. Quindi non stiamo parlando, in generale, di razze o ibridi ad uso zootecnico, ma occasionalmente capita che qualcuno decida di adottare un’ovaiola o un broiler classico e sottrarlo così alla “carriera” cui era stato destinato in origine. I soggetti ad attitudine zootecnica sono ben più rumorosi, agitati, corrono da una parte all’altra, sporcano di più e, nel caso del gallo, cantano all’alba.

SV: Siamo abituati a pensare ai galliformi come animali che sporcano ovunque con le loro deiezioni: come si gestisce il problema?

DC: È impossibile e impensabile educare un volatile a sporcare in un determinato luogo o in una cassettina, ma questo è un problema che riguarda tutti i volatili, anche gli stessi pappagalli. Molti proprietari realizzano mini pollai in terrazzo o in giardino, dotati di un grigliato metallico o di un fondo assorbente e rinnovabile.

Considerando che per la maggior parte del tempo questi animali rimangono “al chiuso”, già di per sé il problema è ridotto. Poi molto dipende dall’alimentazione: se vengono somministrati alimenti freschi, frutta e verdura le feci saranno acquose e le defecazioni frequenti; al contrario con i mangimi secchi le deiezioni sono molto più concentrate e meno difficoltose da gestire. In ogni caso gli appassionati non sembrano certo farsi scoraggiare da questo aspetto. Inoltre, come già accennato, molti ritengono “interessante” il potere concimante della pollina.

SV: Gli arricchimenti ambientali sono necessari?

DC: Gli arricchimenti ambientali sono sempre importanti per stimolare il normale pattern comportamentale. La socialità, quindi la vita in gruppo, purché pianificata secondo certi criteri, è la prima cosa. Una cassettina con della sabbia ove razzolare e cercare il cibo è un ottimo passatempo, così come la presenza di posatoi per il riposo.

SV: Cosa ci può dire per quel che riguarda la convivenza con altri animali?

DC: Che in genere non ci sono grossi problemi: i polli da compagnia convivono senza difficoltà anche con cani e gatti, purché “pacifici” e con poco istinto predatorio, con i conigli, le cavie o altri volatili in generale. Magari dovremmo evitare, per ovvie ragioni, specie come il furetto. 

FONTE: La Settimana Veterinaria

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