Sarebbe bello conoscere il linguaggio dei gatti per sapere cosa ci vorrebbe dire il nostro felino domestico se potesse parlarci e per sapere come si sente e che cosa prova.
Purtroppo questo non è possibile, ma non significa che il gatto non sia in grado di comunicare in maniera abbastanza chiara. Vediamo come.
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Come comunicano i gatti?
I gatti, come molti altri animali, utilizzano un linguaggio basato su posture, sguardi, espressioni facciali, segnali chimici e vocali.
Noi esseri umani non siamo in grado di percepire i complessi segnali chimici, che si suddividono in olfattivi e semiochimici (come i feromoni), utilizzati dai nostri animali domestici.
Possiamo però fare molta attenzione al loro comportamento e da lì comprendere quello che stanno dicendo.
Quali emozioni possiamo riconoscere nei gatti attraverso il loro linguaggio?
Recentemente, due ricercatrici dell’University College di Dublino, prof. Sandra Nicholson e dr. Roslyn Áine O’Carroll, hanno creato una guida al riconoscimento delle emozioni comunicate dai gatti.
Per prima cosa i ricercati hanno valutato attentamente tutta la letteratura scientifica disponibile, per selezionare gli stati emotivi che sembrano essere più facilmente riconoscibili nel gatto.
Questo non significa che i gatti provino o comunichino solo quelle emozioni.
Sono invece le emozioni che noi esseri umani riconosciamo in maniera più accurata e affidabile nei gatti e quindi adatte a una ricerca scientifica.
Si tratta delle cosiddette emozioni primarie, ovvero stati emotivi fondamentali e semplici, che dipendono da strutture cerebrali comuni a tutti i mammiferi.
Queste corrispondono a paura, rabbia, gioia, soddisfazione e interesse.
Come si studia la comunicazione delle emozioni?
Il passo successivo è stato quello di capire come studiare la maniera in cui i gatti comunicano le emozioni.
Nuovamente, le ricercatrici dovevano identificare un aspetto analizzabile in maniera standardizzabile e ripetibile.
Naturalmente l’ideale sarebbe poter osservare migliaia di gatti dal vivo, ma questo aumenterebbe la complessità dello studio in maniera infinita.
Ci sarebbero infatti innumerevoli variabili che non è possibile conoscere e controllare.
Per questo motivo le studiose hanno deciso di iniziare da semplici immagini.
Sempre studiando tutte le ricerche pubblicate fino a quel momento, le ricercatrici irlandesi hanno creato una guida, chiamata etogramma, che descrivesse in maniera accurata l’aspetto dei gatti nel momento in cui provavano ognuna di queste emozioni.
In aggiunta, le studiose hanno raccolto circa 100 immagini fotografiche di gatti coinvolti in svariate situazioni, facendo attenzione ad evitare qualsiasi elemento che potesse influenzare l’osservatore su quando veniva illustrato, come ad esempio giocattoli o ciotole.
L’obiettivo era di fare in modo che le uniche informazioni potessero arrivare dal linguaggio corporeo dei gatti stessi.
Le immagini così raccolte sono state inviate ad altri specialisti di comportamento animale per avere una conferma esterna.
Come capire che cosa sta comunicando il nostro gatto?
Il risultato finale è stato quello di avere una breve descrizione di alcuni segnali di comunicazione felina facilmente identificabili, associati alle dieci immagini più rappresentative ottenute da questo studio.
La paura
Possiamo facilmente riconoscere stati di ansia e paura nel nostro gatto dalla postura rannicchiata e arcuata.
Il gatto spesso cerca di spostare il peso del corpo lontano dall’eventuale minaccia.
Facendo molta attenzione si possono notare le pupille dilatate e le orecchie portate lievemente all’indietro.
La rabbia
La rabbia è un’emozione dal valore protettivo e difensivo per il gatto.
Quando è molto intensa possiamo riconoscerla dai denti scoperti e dai tentativi di attaccare una possibile minaccia, stando sulla punta delle zampe per arcuare il corpo il più possibile, nel tentativo di apparire più grossi.
Tuttavia è possibile riconoscere questa emozione molto prima che arrivi un vero e proprio attacco: il gatto fissa in maniera intensa con il corpo rigido, le orecchie sono all’indietro e appiattite sulla testa.
La coda è tenuta all’ingiù e spesso scatta a destra e sinistra.
La gioia
Questa emozione, essendo associata a momenti di giocosità, può essere comunicata tramite le posture e i movimenti più disparati.
Inoltre, una caratteristica del gioco è proprio quella di mimare “per finta” qualsiasi altra attività, inclusa la lotta.
Il trucco però per riconoscere questo stato emotivo è la rilassatezza dei movimenti: il corpo e il muso del gatto non sono tesi, ma sono morbidi e flessuosi.
Inoltre, cosa fondamentale, le orecchie sono verticali e portate in avanti.
La soddisfazione
Anche in questo caso il corpo morbido e rilassato permette di riconoscere questo stato emotivo.
Trattandosi però di un’emozione associata al relax, solitamente il gatto è sdraiato con le zampine anteriori piegate sotto al corpo, o è seduto, o magari si sta stiracchiando o pulendo oppure “fa la pasta” con le zampe.
Le pupille sono piccole e la coda è lasciata cadere senza movimento.
L’interesse
Come si può immaginare, il gatto fissa l’oggetto di interesse con le orecchie rivolte in avanti.
In questo caso però, il corpo è tonico, ma non teso.
La coda potrebbe essere rivolta verso l’alto oppure tenuta all’indietro con la punta lievemente all’insù.
A seconda di quello che sta facendo, il gatto potrebbe allungarsi verso ciò che lo interessa, anche appoggiandovisi con le zampine anteriori.
Se si sta avvicinando a qualcuno che vuole salutare, potrebbe anche utilizzare il tipico gesto di saluto, toccando con la punta del naso e strusciandosi con la testa e con il corpo.