ZINCO

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    Definizione

    Lo zinco è un elemento essenziale per l’organismo, in quanto interviene nel metabolismo di proteine e acidi nucleici, è cofattore di numerosi enzimi, rientra nel funzionamento del sistema immunitario ecc.

    Come metallo è comunemente impiegato per la creazione di monete, viti, bulloni, utensili di metallo galvanizzato, reti, gabbie, batterie ecc. o di farmaci (pomate a base di zinco); è naturalmente presente nelle noci.

    Il fosfuro di zinco viene utilizzato come pesticida. L’ingestione di quantità sufficienti del metallo (50-100 mg/kg) determina intossicazione.

    Eziopatogenesi

    L’intossicazione può avvenire per ingestione di oggetti (monetine, viti ecc.) o di pomate contenenti il metallo, nonché per ingestione accidentale o dolosa di suoi sali (il fosfuro di zinco è spesso utilizzato per la preparazione di esche e bocconi).

    I sali di zinco sono in grado di ledere direttamente la mucosa gastrointestinale, a causa del loro potere irritante. Nel caso del fosfuro di zinco, la funzione tossica è svolta anche dalla fosfina (citotossina rilasciata dal fosfuro nell’ambiente acido), in grado di inibire la respirazione cellulare e di generare perossidi (stress ossidativo, danni ai lipidi cellulari, proteine e acidi nucleici), con ripercussioni a carico di numerosi organi (cuore, cervello, reni e fegato).

    Lo zinco è anche in grado di antagonizzare l’assorbimento intestinale di rame e ferro, con possibili ripercussioni negative sulle funzioni biologiche di tali elementi (compresa l’eritropoiesi). L’assunzione di elevate quantità di questo metallo può anche determinare emolisi intravasale.

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