IVERMECTINA

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    Definizione

    Si tratta di un’intossicazione causata dall’assorbimento, dopo somministrazione orale o parenterale, di un agente antiparassitario del gruppo delle avermectine.

    L’ivermectina, utilizzata come endo- ed ecto-parassiticida, è disponibile in commercio come formulazioni orali (cavalli e ovini) o come soluzione iniettabile registrata per animali da reddito, ma che tuttavia viene spesso utilizzata anche nei piccoli animali; per il cane la formulazione registrata è per uso orale (eventualmente anche in associazione a pyrantel pamoato) e indicata per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare e per il trattamento di alcune parassitosi intestinali.

    La sensibilità all’intossicazione è conosciuta nei riguardi di soggetti molto giovani o, per quanto concerne il cane, appartenenti a determinate razze, quali in particolare Collie, Border Collie, Pastore dello Shetland, Pastore australiano, Bobtail e loro incroci, ma anche Pastore McNab, Pastore svizzero bianco, Pastore tedesco, Whippet a pelo lungo, Silken Windhound ecc.

    L’assorbimento è rapido, così come la distribuzione tissutale, grazie all’elevata liposolubilità, ma senza comprendere in genere il superamento della barriera ematoencefalica (BEE); un’eccezione è costituita dalle suddette razze sensibili, in cui invece il principio attivo può penetrare nel sistema nervoso centrale, con conseguenti azioni centrali.

    La metabolizzazione è epatica con escrezione prevalentemente biliare.

    Eziopatogenesi

    Il meccanismo d’azione dell’ivermectina si esplica mediante legame irreversibile con i canali del cloro glutammato-dipendenti delle cellule nervose e muscolari, con conseguente ingresso intracellulare di ioni cloro e iperpolarizzazione di membrana, cui seguono paralisi e morte del parassita.

    Lo stesso effetto si può esplicare anche a livello dei canali che coinvolgono il neurotrasmettitore inibitore acido gamma-amminobutirrico (GABA-dipendenti), ma in questo caso l’affinità è più bassa e il legame è reversibile (paralisi reversibile nel parassita).

    I margini di sicurezza nei confronti dei mammiferi sono riconducibili al fatto che essi non possiedono canali del cloro glutammato-dipendenti e che quelli GABA-dipendenti sono a localizzazione centrale e quindi non raggiungibili, in quanto la molecola non è in grado di superare la BEE.

    Tuttavia, in caso di dosaggi troppo elevati o di una BEE non perfettamente formata (animali troppo giovani) o con anomalia della sua permeabilità geneticamente predeterminata (mutazione recessiva del gene che codifica per una proteina, la glicoproteina-P, presente nella membrana apicale delle cellule endoteliali dei capillari cerebrali della BEE; tale proteina esercita un’azione protettiva, limitando l’ingresso nel sistema nervoso centrale di alcune sostanze, tra cui l’ivermectina), la molecola può raggiungere il cervello, dove stimola la liberazione del GABA a livello pre-sinaptico e ne potenzia il legame a livello post sinaptico, con conseguente apertura dei canali del cloro, iperpolarizzazione e paralisi.

    Una diversa reazione avversa, che può presentarsi nei cani affetti da filariosi cardiopolmonare (se trattati con l’ivermectina), senza specificità di razza, è conseguente alla rapida morte di larve e di parassiti adulti di Dirofilaria immitis, ed è caratterizzata dalla comparsa di fenomeni quali endoarterite polmonare, fenomeni tromboembolici polmonari, infiltrazione interstiziale eosinofilica del parenchima polmonare, ipertensione polmonare e insufficienza cardiaca congestizia destra, tali da determinare anche la morte del paziente.

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