ARTROSI

    Un cane ogni cinque soffre di artrosi, ovvero dolore articolare, e nel gatto i numeri sono ancora più alti. Vediamo di cosa si tratta e quali ne sono le cause.

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    diabete nel cane e nel gatto artrosi
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    Definita anche malattia degenerativa articolare, degenerative joint disease (DJD), artropatia degenerativa od osteoartrosi, l’artrosi è tra le prime cause di dolore cronico negli animali domestici.

    Un cane ogni cinque soffre di artrosi, ovvero dolore articolare: colpisce il 35% dei cani adulti e l’80% dei cani anziani.

    Nel gatto i numeri sono ancora più alti: questa patologia interessa il 40% dei gatti adulti e il 90% dei gatti anziani.

    Si tratta di una degenerazione non-infiammatoria, non-infettiva della cartilagine articolare, con produzione di tessuto osseo ai margini della sinoviale (membrana che riveste internamente l’articolazione) e fibrosi dei tessuti molli periarticolari.

    Sintomi principali di artrosi nel cane e nel gatto sono riduzione delle attività motorie, stanchezza, difficoltà nel salire le scale, cambiamento di abitudini del sonno o alimentari.

    Eziopatogenesi dell’artrosi

    Esistono due forme di artrosi con insorgenza e sviluppo differenti: primaria e secondaria.

    La forma primaria è correlata all’invecchiamento (usura funzionale, fattori ambientali e genetici).

    La forma secondaria è invece più comune e si manifesta come risposta ad anomalie che causano instabilità articolare (ad esempio rottura legamenti) o distribuzione anomala del carico sulla cartilagine articolare (anomalie di sviluppo o anatomiche, come la displasia dell’anca).

    Può essere causata anche da altre patologie articolari, ad esempio infezioni o processi infiammatori immunomediati.

    Terapia dell’artrosi in cane e gatto

    Per anni questa è stata patologia è stata vista come una “croce” con cui convivere.

    Oggi la situazione è radicalmente mutata. L’orientamento è quello di adottare una terapia combinata, prescritta dal Medico veterinario di fiducia.

    Questa non va a controllare solo i sintomi dell’artrosi, ma punta anche a rallentare i meccanismi della patologia.

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