
Quando si parla di echinococcosi si fa riferimento a 2 diversi parassiti del cane: E. multilocularis ed E. granulosus.
E. multilocularis, è un cestode responsabile dell’echinococcosi alveolare, grave malattia che mette a rischio la salute pubblica.
Fino ad oggi, in Italia, E. multilocularis è stato segnalato esclusivamente nelle volpi della provincia di Bolzano, Alto Adige.
Al contrario, Echinococcus granulosus, responsabile dell’echinococcosi cistica, è ampiamente diffuso in diverse aree del territorio nazionale, in particolare in regioni del Sud Italia e nelle isole maggiori, come Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, dove è considerato endemico.
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Echinococcosi cistica: cos’è e perché è pericolosa per il cane e l’uomo?
Echinococcus granulosus è un verme piatto che può essere trasmesso anche all’uomo provocando gravi problemi di salute.
È una zoonosi di notevole rilevanza e molti Paesi Europei (e non solo) cercano, tramite il Regolamento Veterinario, di tutelarsi e proteggersi dall’ingresso di soggetti portatori che possano diffondere il parassita.
Alcune Nazioni, come l’Islanda, sono riuscite a debellare il problema, ma purtroppo non sono così numerosi i Paesi che osservano lo stesso alto standard.
Echinococcus granulosus è un parassita di 2-7 mm di lunghezza, che si attacca all’intestino dell’ospite definitivo (cane e canidi selvatici) grazie alle quattro ventose presenti sulla sua testa, chiamata scolice.

Il corpo è diviso in segmenti chiamati proglottidi, che maturano progressivamente da immature fino a gravide.
Queste ultime si disgregano liberando le uova o si staccano dal resto del corpo per essere espulse con le feci in ambiente dove liberano le uova.
Le uova custodiscono al loro interno una larva munita di sei uncini e possiedono un’elevata resistenza ambientale rimanendo vitali per lunghi periodi, anche mesi, soprattutto in condizioni di umidità e basse temperature.
Quali sono gli ospiti di Echinococcus granulosus e qual è il loro ruolo?
Per l’echinococcosi da Echinococcus granulosus l’ospite definitivo è il cane, mentre gli ospiti intermedi, dove il parassita permane in uno stadio larvale in attesa di raggiungere l’ospite definitivo, sono gli ungulati domestici e selvatici, come le pecore, i suini, le capre e i bovini.
Una volta che l’ospite intermedio ingerisce le uova presenti nell’ambiente, le larve contenute al loro interno raggiungono il fegato e i polmoni.
Qui si sviluppano in cisti idatidee, strutture che possono raggiungere anche i 25 cm di diametro, al cui interno si trovano numerose larve, immerse in un liquido (liquido idatideo) e protette da una membrana resistente.
Le larve possono infestare il cane se questo consuma organi contaminati provenienti da animali parassitati.
Il rischio è particolarmente elevato nelle realtà rurali, dove i cani sono alimentati, volontariamente o accidentalmente, con visceri o carni crude di ovini o carcasse, favorendo così l’avvio del ciclo definitivo del parassita.
Echinococcosi cistica: come può infestarsi l’uomo?
La trasmissione dell’echinococcosi all’uomo avviene attraverso l’ingestione accidentale delle uova, ad esempio, tramite il consumo di frutta, ortaggi e altri vegetali non lavati accuratamente, o a causa dell’assunzione accidentale delle uova del parassita presenti sul mantello dell’animale contaminato da feci in condizioni di scarsa igiene (ad esempio, portando le mani alla bocca).
Tutte queste situazioni possono rendere l’uomo un ospite intermedio del parassita, proprio come le pecore.
Echinococcus granulosus è uno dei parassiti interni più “famosi”, e la sua fama viene da una citazione nella serie televisiva Dr. House.
Chi ha seguito la serie TV ricorderà ancora l’esempio di un paziente curato dal cinico dottore, che presentava cisti idatidee.
Ecco che le sedi di localizzazione delle cisti idatidee non sono solo a livello epatico e polmonare, ma anche a livello cerebrale e osseo (oltre ad altre localizzazioni accidentali).
I problemi sono legati alla presenza di una lesione occupante spazio che comprime i tessuti e alla possibilità che quest’ultima possa rompersi causando la fuoriuscita del liquido idatideo che ha un forte potere allergizzante e può causare shock anafilattico.
Come curare e prevenire l’echinococcosi cistica?
La soluzione per prevenire l’echinococcosi è relativamente semplice: è fondamentale trattare il cane con antiparassitari efficaci contro questi parassiti.
In questo modo, si riduce il rischio che il cane si infesti e diventi un pericolo per gli altri animali e le persone, limitando così la diffusione del parassita.
Per prevenire la trasmissione all’uomo, è essenziale lavarsi accuratamente le mani in particolare dopo il contatto con terreni potenzialmente contaminati dalle feci dei cani e/o dalle uova del parassita e consumare solo verdure e ortaggi ben puliti e disinfettati.
Le deiezioni del cane devono essere sempre smaltite correttamente e, in caso di trattamento antiparassitario, è importante evitare il contatto con le feci fino a 24 ore dopo la somministrazione del farmaco.
Inoltre, è essenziale interrompere il ciclo biologico del parassita evitando di alimentare i cani con visceri crudi o carni di pecore, suini, capre e bovini.
Viaggi all’estero: cosa fare?
Ora è più chiara l’importanza di un’adeguata prevenzione e i motivi per cui alcuni Paesi esteri impongono un trattamento obbligatorio per poter entrare nel loro territorio, sia per voi che per il vostro cane.
In particolare, il Regolamento Delegato (UE) n. 2018/772 stabilisce che, per i viaggi verso la Finlandia, il Regno Unito, l’Irlanda, Malta e la Norvegia, è necessario somministrare un trattamento vermifugo ai cani, specificamente contro E. multilocularis tra le 24 e le 120 ore precedenti l’ingresso nel territorio.
Rivolgetevi al vostro Medico veterinario per programmare trattamenti antiparassitari efficaci e ricordatevi di prendervi cura di voi, del vostro cane e di chi vi sta intorno, raccogliendo sempre le feci dei vostri amici a quattro zampe.
Buon viaggio con i vostri amici a 4 zampe!
Articolo della dr.ssa Ilaria Lallone, Medico Veterinario, Università di Teramo