Il comportamento animale è influenzato da una serie di esperienze apprese che ha incontrato nel corso della vita dell’animale stesso. Esperienze avverse specifiche possono essere associate allo sviluppo di una paura intensa, specialmente se l’esperienza è stata particolarmente negativa.
Gli stati emotivi agiscono come stimoli discriminanti nell’apprendimento. È la risposta emotiva associata a uno stimolo esterno che determina se quel particolare stimolo è associato a un effetto positivo o negativo e che indirizza l’appropriata risposta comportamentale.
Risposte emotive negative faranno sì che alcuni stimoli o situazioni vengano evitati e alcune azioni non vengano ripetute in quanto preannunciano qualcosa di spiacevole o con un esito dannoso. In questo contesto un aspetto importante da considerare è quel processo chiamato “inibizione latente”.
La formazione di un’associazione fra uno stimolo e un’emozione “positiva” salvaguarda dal successivo sviluppo di un’associazione negativa con lo stimolo stesso. Per cui, assicurandosi che cuccioli e gattini facciano esperienza con una vasta gamma di eventi sociali e fisici, facendo in modo che essi formino con questi eventi associazioni emotive positive, potremo proteggerli in seguito dallo sviluppo di risposte a tali eventi, correlate alla paura.
Nel comportamento animale, una volta creata un’associazione fra uno stimolo e una risposta emotiva positiva, è molto più difficile per l’animale associarlo successivamente con una risposta emotiva negativa, rispetto al caso in cui non sia stata fatta alcuna associazione in precedenza.
Un trattamento non attento e non rispettoso del benessere dell’animale può diminuire la compliance del proprietario che vede il proprio animale stressato e “non compreso”, ma può anche comportare lesioni all’animale stesso o, proprio per le reazioni di paura dell’animale.
FONTE: La Settimana Veterinaria
