Su proposta della LAV martedì 23 novembre l’on. Patrizia Prestipino ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute Roberto Speranza per chiudere per sempre gli allevamenti di visoni in Italia, come già successo all’estero.
Nell’interrogazione si chiedere di:
- prorogare il divieto di riproduzione dei visoni a tutto il 2022, vietandone anche la detenzione;
- adottare iniziative per disporre il divieto permanente all’allevamento di animali per ricavarne pellicce, favorendo nel contempo la riconversione delle attività con aiuti economici.
Il prossimo 31 dicembre scadrà il temporaneo divieto di riproduzione dei visoni introdotto con ordinanza dal Ministro Speranza (prima con scadenza a febbraio 2021, poi divieto prorogato a tutto il 2021).
Il provvedimento fortemente sollecitato da LAV ha consentito di:
- evitare la nascita di 40.000 visoni altrimenti poi destinati a diventare pellicce;
- ridurre il rischio di formazione di nuovi focolai di coronavirus in questi allevamenti dove i visoni, sensibili a questa infezione, sono ammassati a migliaia in gabbie di rete metallica.
Senza un ulteriore provvedimento, formalmente dal primo di gennaio gli allevamenti di visoni italiani potranno ripartire a pieno regime.
Si tornerebbe quindi a sfruttare decine di migliaia di visoni, con il conseguente rischio anche per la salute pubblica.
Infatti, è dimostrato che le misure di biosicurezza introdotte per queste strutture, in tutta Europa, non stanno impendendo la diffusione della epidemia.
Solo nel 2021 ci sono stati infatti oltre 30 focolai.
Inoltre, si rende necessario svolgere uno screening diagnostico sistematico – con tamponi ai visoni – che è a carico della Sanità Pubblica.
Secondo LAV “è giunto il momento di dare concretezza a quanto il Governo ha rappresentato in sede di Consiglio Europeo dell’Agricoltura lo scorso giugno, con posizione favorevole alla dismissione degli allevamenti di pellicce, perché ‘non più giustificabili’”.
Per firmare la petizione promossa da LAV clicca QUI