Dal 1 giugno la Bulgaria ha stabilito il divieto di allevamento e importazione di visoni americani (la specie più sfruttata per la produzione di pellicce).
Lo ha annunciato il Il Ministro dell’Ambiente bulgaro Borislav Sandov.
Il divieto porterà alla chiusura dell’ultimo allevamento di animali da pelliccia rimasto in Bulgaria.
Il divieto di allevamento di pellicce di visone entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Divieto di allevamento di visoni per salvaguardare la biodiversità
La base giuridica di questa legislazione è la legge bulgara sulla biodiversità.
In base a questa normativa il Ministro dell’Ambiente può imporre restrizioni all’allevamento e all’importazione di specie animali, vegetali e fungine non autoctone, se il loro rilascio accidentale in natura mette in pericolo le specie autoctone.
La Bulgaria si unisce così ai numerosi Stati Membri che, come anche l’Italia, hanno già vietato gli allevamenti “di pellicce”.
Poiché le preoccupazioni sociali ed etiche sul benessere degli animali in questi allevamenti continuano a crescere, il 18 maggio LAV insieme ad altre ONG europee ha avviato l’Iniziativa dei Cittadini Europei Fur Free Europe.
Questo per chiedere alla Commissione Europea a vietare gli allevamenti e il commercio di pellicce in tutta l’Unione.
In sole 2 settimane sono già state raggiunte 100.000 firme.
Ma sono solo il 10% del totale di 1 milione di firme da raggiungere entro i prossimi 12 mesi al fine di vincolare la Commissione Ue ad avviare un’iniziativa legislativa.