Più produttivi e meno stressati con il cane in ufficio.

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    Cane in ufficio
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    12/01/2018 fonte: Quotidiano.net

    Portare il cane in ufficio fa lavorare meglio, riduce lo stress e aumenta la produttività. Nei paesi esteri è noto da tempo.

    «La presenza degli animali domestici anche sul posto di lavoro può migliorare l’atmosfera fra i colleghi, fatte salve questioni di igiene e comportamento».

    Lo ha detto l’etologo Enrico Alleva dell’Accademia dei Lincei aggiungendo che «ovviamente bisogna tener conto anche di eventuali fobie e quindi occorre fare prima delle valutazioni».

    La presenza di cani in azienda incide sull’attività professionale in modo positivo, riducendo stress e stanchezza e migliorando il grado di soddisfazione sia nel proprietario che nei colleghi.

    È comunque ovvio che per la serena convivenza tra umani e animali da compagnia occorre che ci siano regole ben chiare.
    Portare i cani in ufficio (come ha permesso il Comune di Genova) è una buona cosa, aumenta la produttività del lavoratore e riduce l’assenteismo.

    Questa possibilità deve però essere ben disciplinata e gestita in modo corretto, altrimenti potrebbe portare più problemi che benefici.

    È questa l’opinione di due educatori cinofili. «In Germania e nei Paesi Bassi si fa da tempo – commenta Mauro Bassano, educatore Enci (Ente nazionale cinofilia italiano) di Roma.

    Ci sono studi medici che dimostrano che la produttività del dipendente è maggiore in presenza del suo animale, come quando si può tenere il figlio nell’asilo aziendale. Si ha un beneficio emotivo e si riduce l’assenteismo».

    Della stessa opinione è Giusy D’Angelo, educatore dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Torino: «È una cosa assolutamente positiva.
    Diminuisce lo stress del cane, e la persona riesce a concentrarsi meglio sul lavoro, non avendo più la preoccupazione dell’animale lasciato a casa».
    I problemi possono sorgere dalla mancanza di regole e strutture per la gestione dei cani, e dalla incapacità dei padroni di educarli.

    Per Bassano «in Italia la cultura cinofila delle persone è bassa, i cani mediamente sono meno educati che nel Nordeuropa». «In Gran Bretagna e in Francia hanno gli ‘office dog parking’ – spiega D’Angelo -.
    Quella è una situazione ottimale, il padrone può stare con lui nella pausa. Ma se il cane sta in ufficio, possono esserci problemi con i colleghi.

    Serve un regolamento chiaro, serve una valutazione del cane fatta da un professionista, che attesti che può stare bene in quella situazione. Non basta il giudizio del padrone».
    Insomma, si tratta di un capitolo ancora tutto da scrivere ma è importante che si cominci e, in questo, Genova fa scuola.

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