Nonostante lo spargimento di bocconi avvelenati sia ancora diffuso sul tutto il territorio nazionale, restano ancora affidati a un’Ordinanza Ministeriale il contrasto e la repressione del fenomeno.
Questa è stata manata per la prima volta nel 2009 e prorogata ben 10 volte
L’ultima emanata in data 8 agosto 2022 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 5 settembre 2022, sarà in vigore fino al 24 agosto 2023.
Esche o bocconi avvelenati sono un rischio per gli animali e le persone
L’Ordinanza negli anni ha reso possibile una sensibilizzazione sul fenomeno e ha facilitato l’individuazione dei responsabili.
Ha rappresentando quindi un deterrente per il perpetrarsi di ulteriori atti criminosi.
Tuttavia, le uccisioni di animali mediante l’utilizzo di esche o bocconi avvelenati sono ancora frequenti in ogni regione d’Italia.
E il costo in termini di vite animali domestici e selvatici è altissimo.
Non solo, esche e bocconi avvelenati rappresentano un serio il rischio anche per la popolazione umana, in particolare per i bambini.
Sono anche causa di contaminazione ambientale.
Per questo motivo LAV chiede con forza al nuovo Governo e al nuovo Parlamento l’approvazione di una legge che ne rafforzi i contenuti e che stabilisca sanzioni penali e amministrative per i trasgressori.
Reiterare l’Ordinanza e introdurre misure per renderla più efficace è un atto dovuto.
Per svolgere una più concreta azione di prevenzione e contrasto degli avvelenamenti occorre però una legge nazionale.
Toscana, Umbria e Puglia si sono dotate di una legge ad hoc, ma non basta.
Il nuovo articolo 9 della Costituzione, peraltro richiamato dalla rinnovata Ordinanza, è chiaro: “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.