
Anche quest’anno i crimini a danno di animali sono stati passati al setaccio dagli analisti dell’Osservatorio Zoomafia LAV, con la 22^ edizione del Rapporto Zoomafia
2021, redatta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia.
“Per comprendere un fenomeno criminale è necessario ricorrere anche all’analisi
statistica – precisa Ciro Troiano. – Purtroppo, nell’ambito dei delitti contro gli animali,
oltre ad avere una carenza di dati affidabili, spesso circolano numeri infondati, frutto di
errori metodologici, di puro pressappochismo o, in alcuni casi, di malafede. Da anni
raccogliamo i dati relativi ai crimini contro gli animali dalle Procure italiane al fine di
avere una visione affidabile, ancorché non esaustiva, dei vari reati consumati nel
nostro Paese. Il quadro che proponiamo si basa sui dati ottenuti da un campione pari
al 76% di tutte le Procure della Repubblica d’Italia. Un dato molto più che significativo,
e statisticamente rappresentativo”.
Come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV ha chiesto a tutte le 140
Procure Ordinarie e alle 29 presso i Tribunali per i Minorenni i dati relativi al numero
totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2020, sia noti che ignoti, con il
numero degli indagati, per i seguenti reati:
• uccisione di animali (art. 544bis c.p.);
• maltrattamento di animali (art. 544ter c.p.);
• spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544quater c.p.);
• combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies c.p.);
• uccisione di animali altrui (art. 638 c.p.);
• abbandono e detenzione incompatibile (art. 727 c.p.);
• reati venatori (art. 30 L. 157/92);
• traffico illecito di animali da compagnia (art. 4 L. 201/10).
In particolare, hanno risposto 104 Procure Ordinarie, su un totale di 140, pari al 74%
del totale, e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni, su un totale di 29, pari
all’86% del totale. Sommando le risposte delle Procure Ordinarie e delle Procure
presso i Tribunali per i Minorenni si arriva al 76% di tutte le Procure del Paese.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, hanno risposto per il Nord Italia 42
Procure Ordinarie, (pari al 75% delle Procure ordinarie del Nord), 15 per il Centro (pari
al 53% delle Procure ordinarie del Centro Italia) e 47 per il Meridione (pari al 67% delle
Procure ordinarie del Sud e Isole). Per le Procure presso i Tribunali per i Minorenni,
invece, 7 del Nord (pari al 78% delle Procure Minorili del Nord), 3 del Centro (pari al
75% delle Procure Minorili del Centro), e 15 del Sud e Isole (pari al 94% delle Procure
Minorili del Sud).
Esaminando i dati di un campione di 116 Procure tra Ordinarie e Minorili che hanno
risposto sia quest’anno che l’anno passato (un campione pari a circa il 70% di tutte
Procure) si registra una diminuzione dei procedimenti nel 2020, rispetto al 2019, pari
al -3% circa (7052 fascicoli nel 2019 e 6866 nel 2020); mentre il numero degli indagati
è diminuito del -21% circa (4701 indagati nel 2019 e 3734 nel 2020).
La diminuzione delle denunce, però, non corrisponde di fatto alla diminuzione dei casi
di maltrattamento: “Questa flessione riteniamo che in realtà non corrisponda ad una
effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una
diminuzione delle denunce e dei fatti accertati – sottolinea Troiano. – In periodo di
emergenza le attività di polizia, anche per quegli organi prioritariamente preposti
all’accertamento di tali reati, sono state indirizzate, ovviamente, verso altre
emergenze. Se da un lato le condizioni imposte dall’emergenza hanno portato di fatto
alla quasi impossibilità dell’accertamento di questi reati, dall’altro questo non vuol dire
che tali reati non siano stati consumati, se si considera che circa il 30% dei casi
accertati vengono perpetrati in un contesto domestico, familiare o di custodia, ambiti
in cui i controlli – di per sé già difficili – hanno risentito notevolmente degli effetti della
chiusura. Anzi, altri indici, come quello eclatante delle corse clandestine di cavalli, che
si sono tenute regolarmente e spudoratamente anche nel periodo di lockdown,
indicano che in realtà i crimini contro gli animali non si sono fermati”.